giovedì 23 aprile 2020

NON E' LA FINE DEL MONDO MA SOLO DI UN CICLO!

Per alcuni di noi il traguardo sembra ormai vicino, c'è chi potrà riaprire il 4 maggio, chi l'11, chi purtroppo mai più. Penso a tutte quelle attività che sono sopravvissute con grandi sacrifici a questi mesi di chiusura forzata ma che, di fronte all'obbligo di rivedere spazi a disposizione ed un drastico ridimensionamento del numero dei clienti, non ha alcuna convenienza a riaprire, a causa di un forte divario tra costi e ricavi. Se questo mettere in ginocchio un'intera economia ha evitato l'evolversi del contagio, nel frattempo ha ucciso la speranza in milioni di persone che hanno perso il lavoro come dipendenti o che, da imprenditori, hanno dovuto chiudere la propria azienda perché incapaci di adattarla alle nuove esigenze o impossibilitati a farlo. Per molti di loro l'assoluta mancanza di certezze su come cambierà il mondo là fuori, si aggiunge ad uno stato di precarietà già vissuto prima dell'emergenza COVID19. Sono stati catapultati in una centrifuga, apparentemente ferma a causa del divieto di uscire, ma in realtà molto veloce per l'assenza di un piano B. C'è chi ha avuto la prontezza di individuarlo, un esempio per tutti, il convertire la propria produzione in beni utili alla attuale situazione, come le mascherine, i disinfettanti, i guanti monouso, il servizio di sanificazione, ecc. Ma c'è anche chi non ha avuto la stessa lungimiranza o le risorse per diversificarsi. Io, con questo post, mi appello proprio a loro, a quel mare infinito di persone che vivono, in perfetta solitudine, l'assenza di un domani, di un futuro in cui poter progettare cose normali come l'acquisto di un appartamento per andare a vivere con il proprio partner, non più possibile se improvvisamente rientri tra i tagli della tua azienda e l'assenza di una busta paga non ti permette di ottenere un mutuo; il prenotare una vacanza per te o per la tua famiglia, perché oltre alla mancanza di soldi ci sono dubbi sulla possibilità di viaggiare oltre i propri confini; il semplice acquisto di un biglietto per andare a vedere la partita della squadra del cuore allo stadio oppure la tua band preferita ad un concerto. Questi sono solo alcuni tra le migliaia di esperienze che non sappiamo quando e se potremo fare, chi per la prima volta addirittura. Eppure c'è chi ripete, quasi come un automa, uno dei tanti proverbi: "Finché c'è salute c'è speranza...La speranza è l'ultima a morire...Se non c'è speranza, non c'è vita." Detti popolari, sopravvissuti a guerre, carestie, pestilenze e tramandati di bocca in bocca perché oltre al suono gratificante delle parole, il fatto di provenire da un passato remoto, li rende piuttosto credibili.  Personalmente faccio fatica, in questo preciso momento, a scorgere una luce in fondo al tunnel poiché, a causa della mia sensibilità, avevo percepito i contorni foschi di questa situazione ancor prima si traducesse in un fatto tangibile. Ma non posso e non voglio soccombere al Pessimismo, come non posso e non voglio offrire a chi mi segue, frasette banali e prive di utilità. Questa non è la fine del mondo, ma solo di un ciclo. E sbaglia chi confonde la parole "fine" con "morte". E' come girare un tarocco e trovarvi la Signora con la falce ed il teschio al posto della faccia. Non significa morire, ma vivere una trasformazione, per molti versi non priva di sacrifici ma indispensabile per un cambiamento migliorativo. Ricordate: le cose sono cose e se dovete abbandonarle, abbiate lo stesso sentimento di commiato che adottereste per salutare qualcuno. Nella fine di un ciclo, la separazione da qualcuno o qualcosa non è Rottura ma Trasformazione. Il passaggio da uno stato all'altro non è Distruzione ma Evoluzione. Fate parte del Processo, non subitelo ma siatene co-creatori!     

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