sabato 8 novembre 2014

FERITA DI ABBANDONO

Te ne accorgi perché tra mille risate c'è uno sguardo più di altri che ti colpisce: è la MALINCONIA, la traccia indelebile di un dolore che fatichi a cancellare.

Ritorna in superficie tutte le volte in cui SAI che LA TUA STORIA STA PER FINIRE, ma se ti chiedi quando è stata la prima volta in cui quel dolore ti ha morso il cuore, stenti a ricordarlo.

Nelle mie sessioni di coaching ne ho stanati a centinaia. Nel 99% dei casi da me trattati, il cliente non ne era consapevole.

I segnali sono palesi:

1. attaccamento viscerale ad una relazione quasi inesistente

2. ostinazione ad amare persone spesso ambivalenti, incoerenti, inaffidabili

3. autodichiarazioni pseudo-moralistiche per giustificare la nostra presenza in una storia che non ha fondamenta se non le nostre proiezioni e aspettative che poi si rivelano inascoltate.

LA FERITA D'ABBANDONO non condiziona solo la vita sentimentale ma anche quella professionale, perché rappresenta un forte ostacolo alla nostra autostima, spesso spingendoci in situazioni lavorative "avvilenti" dove si creano le stesse dinamiche che viviamo nella vita privata.

Subiamo soprusi e abusi di potere pur di non ribellarci, NEL TIMORE DI VIVERE LA FINE DI UN RAPPORTO PROFESSIONALE.


IO CI HO MESSO UN PO' PER CHIUDERE LA MIA FERITA DI ABBANDONO  MA IMPEGNANDOMI A RICONOSCERLA, CIRCOSCRIVERLA E SOSTITUIRLA CON ALTRI "PROGRAMMI MENTALI E COMPORTAMENTALI" CI SONO RIUSCITA!

                                          Per imparare "come" Ti aspetto:

                       DOMENICA 16 NOVEMBRE A BASSANO DEL GRAPPA (VI)


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