venerdì 23 maggio 2014

NULLA ACCADE PER CASO, NEMMENO "I MANCATI RISULTATI"

Ho fallito? No, ho appreso!

La differenza fondamentale tra un Uomo destinato al successo ed uno, tediato dalla "cattiva sorte", non è la quantità di sfide affrontate e nemmeno la loro gravità.
E' L'ATTEGGIAMENTO ASSUNTO "post soluzione problema".

C'è chi ne fa un'analisi costruttiva,  facendo tesoro degli errori commessi ed usando questo tipo di esperienza, per quanto avvilente possa esser stata, alla stregua di un vademecum di cose da fare e non fare. Col senno di poi questo individuo, pur provato, è consapevole di aver aggiunto un mattone di saggezza al proprio bagaglio esperienziale. Alla fine, paradossalmente, ciò che l'ha frenato, si è trasformato in una nuova partenza.

Dall'altra parte, invece, si schiera la categoria di uomini e donne che vivono "i risultati mancati" come delle tragedie, il cui unico scopo é privarli per sempre di un qualcosa (o qualcuno), senza coglierne la pur minima utilità.
Sospendiamo per un attimo incidenti, malattie gravi e lutti, perché non è questo lo spazio per parlarne. Focalizziamoci  invece "solo" su vicende di carattere materiale ma con un epilogo lontano dalle nostre aspettative. Non aver ottenuto li rende ciechi di rabbia e famelici di vendetta. Nessuna autocritica, nessun dubbio sulle proprie capacità. La loro risposta diventa un urlo accusatorio, come se "una mano sinistra" avesse tracciato una linea alla loro nascita: "destinati a soffrire, condannati alla sofferenza! Punto! Basta!"

Io ho la fortuna di ascoltare il racconto di molte vite. Vi assicuro che devo ancora incontrare qualcuno - i miei clienti vanno dai 12 anni agli ultra-settantenni - che non abbia qualcosa di drammatico da raccontarmi. E più si sale con l'età, più numerosi sono i racconti e dettagliate le sfide. Eppure c'è chi ne è uscito, ferito ma vivo. E ancora c'è chi guarda a quelle cicatrici grato di averle perché se non fosse stato così, oggi non sarebbe qui a raccontarla e soprattutto, privato di quell'esperienza, non ne avrebbe fatte di molte altre assolutamente appaganti.


PER SALIRE IN CIMA ALLA MONTAGNA CI VUOLE FORZA DI VOLONTÀ', CORAGGIO, TENACIA, FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITA', CHIAREZZA RIGUARDO ALLA META DA RAGGIUNGERE.

QUANDO SI SCIVOLA, CI SI FA MALE, SI PERDONO I PUNTI DI RIFERIMENTO, LA FORZA, LA FIDUCIA ALLORA BISOGNA FERMARSI UN ATTIMO, RIFLETTERE, CAPIRE SE E' IL CASO DI PROSEGUIRE LUNGO QUEL PERCORSO OPPURE CAMBIARLO. 

GLI OSTACOLI NON SONO SOLO OSTACOLI MA NUOVI PUNTI DI PARTENZA!

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